PADOVA IN FLAMES 2008
Ovverosia la più lunga partita giocata (finora) al Circolo!
di Franz Basso
Questo è un resoconto di parte, non obiettivo e rispecchia solo le opinioni personali dell’autore.
Padova in Flames versione in PDF
Gennaio/Febbraio 1943
Anche questo è un turno breve di tempo brutto, cosa normale in inverno. In Russia la situazione ad inizio turno e’ statica, ma verso la fine di febbraio, dopo un’offensiva russa coronata da successo a nord di Smolensk, a sorpresa un assalto a Leningrado porta alla caduta della citta’ nelle mani delle armate congiunte di finlandesi e tedeschi. Grande legnata al morale dei sovietici e preziose armate dell’Asse che si liberano per altri impegni proprio al momento giusto. Nell’Atlantico la guerra sottomarina langue, vuoi per la scarsita’ di sub russi, vuoi perchè l’Alleato, dopo le batoste di un anno fa, scorta con piu’ cautela i suoi convogli. In Inghilterra continua il build-up di forze di tutte e tre le armi, sia americane che inglesi (=si fa una fatica bestiale a muovere le pedine anche con le pinzette). Hanno luogo i piu’ devastanti bombardamenti visti sin’ora sulla Germania: colpite Amburgo (-3 pp) e Berlino (-3 pp e -1 factory). In Italia, il tedesco completa la sua ritirata dal Belpaese che passa interamente sotto il controllo degli Alleati: il fronte corre ora sulle Alpi, lungo il confine del 3 Reich (e qui resterà immobile per ben due anni!).
Marzo/Aprile 1943
Turno lungo con tempo abbastanza bello. In Russia l’Asse si ritira di qualche esagono, portando il fronte a percorrere quasi per intero la linea del Dnepr; questo le permette di inviare qualche corpo d’ armata ad ovest, dove si teme un imminente invasione della Francia. i sovietici tentano qualche attacco ma vengono respinti con pesanti perdite dai contrattacchi tedeschi. Nell’Atlantico, solcato senza posa da navi che trasportano da tutto il mondo unita’ militari in Inghilterra, i sub dell’Asse non riescono a mettere a segno colpi degni di nota; sono anzi le unita’ di scorta del Commonwealth a registrare qualche successo affondando diversi UBoat. In Inghilterra ormai non ci stanno più pedine: bisogna cercare con cura i posti dove basare gli aerei, e calcolare con cura dove piazzare le unita’ terrestri in vista della piu’ preannunciata invasione della storia (a fine turno in Inghilterra ci sono 47 pedine aeree, 25 corpi d’armata, 5 unita’ anfibie, 14 trasporti navali, etc.). Anche in questo turno il Comando Bombardieri fa qualche puntatina sulle fabbiche tedesche, con effetti inferiori al turno precedente (-3pp). In Italia la situazione e’ statica, complici il tempo e il terreno montuoso lungo cui si dipana il fronte. Anche qui i tedeschi tolgono qualche unita’ per mandarla in Francia (a fine turno in Francia ci sono 11 corpi d’armata + altri 12 pronti in Benelux o in Renania).
Maggio/Giugno 1943
fronte tedesco in Russia. In Italia la situazione ormai si e’ fossilizzata sulla linea delle Alpi; le montagne e la paura di entrare nel territorio del Reich (con relativo boost alla produzione della Germania) frenano gli Alleati. Il 6 maggio 1943 un’imponente armata anglo-americana sbarca sulle coste francesi, tra St.Malo e Calais. La pronta reazione tedesca impedisce a nord ogni progresso degli Alleati,ma questi riescono ad occupare quasi tutta la Bretagna e buona parte della regione compresa tra la Loira e la Senna. L’avanzata si blocca di fronte a Parigi e Lilla, che resistono a due assalti. Sui mari si assiste all’ultima missione della Kriegsmarine, che manda le navi in una carica banzai contro “la flotta delle 5000 navi” anglo-americane che incrociano al largo della costa francese. Ne approfitta la Royal Navy che occupa il porto danese di Friedrikshaven aprendosi una limitata porticina d’accesso al Baltico. A causa delle necessita’ tattiche (bombardamenti a tappeto), l’offensiva aerea sulla Germania subisce una pausa temporanea. Per quanto riguarda gli UBoot, perse le basi francesi, sono ormai ridotti ad un pallido ricordo della minaccia di un anno fa e solo per abitudine il Commonwealth continua a scortare i propri convogli.
Luglio/Agosto 1943
Turno lungo con bel tempo tipicamente estivo. Se il turno precedente era stato favorevole agli Alleati (anche per i tiri di dado), questo e’ altrettanto favorevole all’Asse, soprattutto sul fronte francese. In Russia, l’offensiva sovietica riprende bene, e tutto il fronte sud tedesco si salva grazie alla presenza dell’HQ yugoslavo (!!!), ma presto la sorte volge le spalle ai russi che vengono fermati piu’ dai dadi che dalle unita’
dell’Asse; comunque, l’offensiva estiva ha dato ai sovietici il possesso di Kiev (+0,25 di produzione), tolto ai tedeschi le tre risorse del bacino del Donec e liberato dopo due anni l’eroica guarnigione di Odessa. La linea del fronte nord resta immutata, ma anche lì non mancano violenti scontri che portano a pesanti perdite e nessun guadagno territoriale per ambo le parti. In Italia tutto tace, come pure nell’Atlantico, libero dagli UBoot. In Francia gli Alleati ben sfruttano la loro superiorita’ aerea per abbattere parecchi aerei tedeschi, ma una notevole sfortuna nei tiri di dado a terra fa sì che, nell’intero turno, il fronte non si sposti di un esa. Falliscono due assalti su Parigi, difesa tra l’altro dal I corpo d’armata delle SS, e su Lilla, che dapprima cade in mano agli australiani, poi viene ricatturata da un contrattacco tedesco. Gli Alleati si rifanno in parte con la campagna di “strangolamento” dell’economia tedesca: riprendono i bombardamenti strategici sulla Germania, e questa volta devastano Colonia. Nel Baltico, una Task Force inglese fa strage di convogli e nevi tedesche anche se, grazie al possesso di Leningrado, i tedeschi riescono ancora a rifornirsi del prezioso “acciaio svedese”.
Settembre/Ottobre 1943
Turno abbastanza lungo e con tempo discreto. In Russia, i successi dell’Armata Rossa sembrano aver lasciato il posto ad una fase si sietzkiek, con limitati attacchi-contrattacchi da ambo le parti. Solo all’estremo nord del fronte e lungo i confini delle paludi del Pripjat, il movimento “ad ameba” delle divisioni russe pare ottenere qualche successo. Sui mari e sul fronte del Mediterraneo tutto tace; le forze di ambo gli schieramenti sono state spostate su altri fronti e le deboli divisioni lasciate a fronteggiarsi lungo le Alpi si guardano in cagnesco dalle trincee inespugnabili. Sul fronte occidentale il turno si apre con un doppio uso di offensive chit; i bombardieri della RAF radono al suolo Lilla e Parigi e stendono un tappeto di fuoco su cui avanzano comodamente le armate americane che sgombrano dal nemico gran parte della Francia settentrionale. La Francia viene liberata. L’avanzata viene momentaneamente bloccata di fronte a Bruxelles dalla sfiga ai dadi che perseguita gli Alleati in questo scorcio d’estate. Per fortuna, grazie all’appoggio della 2nd Fleet, viene liberata Anversa. Pesanti bombardamenti sulle fabbriche tedesche della Ruhr. A fine turno, essendo stata liberata Pargi, le forze della Francia di Vichy voltano faccia per una seconda volta e salgono sul carro delle Democrazie Vittoriose (!).
Novembre/Dicembre 1943
Turno breve con tempo pessimo. In Russia, a parte un po’ di attività di partigiani, il fronte appare fermo, con i sovietici che non si azzardano a sfruttare i favori che riserva loro il “generale inverno”. E sì che ormai la Germania ha ceduto loro il controllo dei cieli, avendo spostato il 90% della Luftwaffe in madrepatria per cercare di far fronte allo strapotere anglo-americano. L’unico attacco russo infatti si rivela un successo proprio grazie agli aerei: il fronte rumeno viene sfondato lungo il Mar Nero e i tedeschi cominciano a temere per i campi petroliferi di Ploesti. Tutto tace sulle Alpi, mentre il corpo di spedizione sudafricano, avanguardia dell’Armata Arlecchino, completa la sua lunga traversata dell’Epiro e occupa il porto di Salonicco, dove viene prontamente fatto sbarcare un corpo alpino francese. Ad occidente intanto, il fronte è congelato dal tempo inclemente che blocca qualsiasi velleità offensiva. Unica nota da segnalare, l’abbandono da parte dei tedeschi di Bruxelles, ormai semi-circondata e la conseguente liberazione del Belgio.
Gennaio/Febbraio 1944
Altro turno breve con tempo pessimo. In Russia avvengono gli unici scontri degni di nota, anche grazie alla regola che permette ai sovietici di negare le penalità purchè attacchino con almeno metà delle pedine “bianche” (=truppe migliori). In una serie di sei attacchi russi e un contrattacco tedesco vengono macinate un bel po’ di unità. L’Asse comincia a sentire il peso della supremazia sovietica, avendo dovuto trasferire parecchi corpi d’armata e decine di squadriglie ad ovest. Ad ovest, appunto, dove tutto è fermo a causa del tempo.
Nell’unico impulso di tempo appena decente (=neve!) gli Alleati effettuano una missione di “air superiority” per dimostrare ai tedeschi di chi è il dominio dell’aria; la Luftwaffe, che ha inviato oltre 2000 aerei contro i bombardieri strategici americani, è costretta a battere in ritirata quando più di 5000 caccia anglo-americani si levano
incontro ai Fw190 e Me109. Unica azione offensiva del turno, la liberazione di Copenhaghen, che apre del tutto le porte del Baltico alle marine Alleate: una mossa apparentemente secondaria ma che risulterà decisiva nel prosieguo della partita. Sul fronte sud continua il rafforzamento e la lenta espansione della testa di ponte di Salonicco che, minacciando Bulgaria e Yugoslavia, costringe l’Asse a distogliere sempre più forze dai fronti principali.
Marzo/Aprile 1944
Turno mediamente lungo con tempo prima bello poi brutto. Sul fronte occidentale ha luogo la più grande e complessa operazione dell’intera guerra, a dire il vero una serie di operazioni concatenate tra loro. Sfruttando l’accesso finalmente possibile al Mar Baltico, gli americani conquistano la Finlandia sommergendo Helsinki di marines, lanciano i loro bravi parà su Berlino e sfondano il fronte tedesco in Olanda, liberandola. Gli inglesi sbarcano sulla costa da Lubecca a Rostock e occupano Amburgo e Stettino. Con l’aiuto dei francesi, attaccano in Alsazia-Lorena e chiudono in una sacca due corpi corazzati SS, massacrandoli. Sul fronte orientale, dopo aver a lungo meditato su come giocare il suo bravo Offensive Chit, il sovietico lancia una serie di massicci attacchi in Ucraina, riuscendo in parte ad “insaccare” un’armata crucca. Vista la situazione in occidente, il tedesco inizia una rapida ritirata lungo tutto il fronte, cercando di portare più truppe possibili vicino alla madrepatria in pericolo. Il russo fatica un po’ a star dietro alle più veloci unità tedesche. Sul fronte meridionale l’accozzaglia multietnica di corpi d’armata comprendente truppe africane, australiane, francesi, brasiliane, honduregne etc. viene ribattezzata sul campo Armata Arlecchino e si lancia lungo le vallate balcaniche verso Sofia e Belgrado.
N.B. con l’occupazione americana di Berlino, a norma di regolamento, la partita sarebbe a questo punto terminata per “vittoria automatica” degli Alleati. Noi continuiamo ugualmente per vedere come andrebbe a finire se non ci fosse questa regola.
Maggio/Giugno 1944
Turno di bel tempo, cinque impulsi per parte. Continua l’offensiva degli americani nel nord della Germania. La Ruhr viene completamente occupata. Gli inglesi invece liberano gli ultimi esa di Francia, sfondano la Linea Sigfrido a Saarbruchen e occupano tutta la sponda sinistra del Reno; una volta tanto la fortuna (ai dadi) arride agli Alleati. In quello che un tempo era il fronte orientale, i sovietici non riescono a tenere
il passo con i tedeschi in rapidissima fuga verso ovest. Qualche guarnigione crucca viene macinata lungo la via, ma il grosso delle armate tedesche riesce ad abbandonare indenne Polonia e Romania per trincerarsi sui monti della Cecoslovacchia e Yugoslavia, e attorno a Budapest. Conquistata la Bulgaria, l’Armata Arlecchino punta verso Belgrado, ma le sue avanguardie vengono travolte strada facendo dai corpi corazzati tedeschi d’elite in fuga dalla Russia. Il fronte in questo scacchiere non si muove poi di molto. Dal punto di vista economico ormai la Germania è ridotta alla fame: questo turno ha prodotto solo 4 (quattro!) punti di unità e ormai ha quasi esaurito le scorte di benzina, avendo perso Ploesti e le fabbriche di carburanti sintentici della Germania settentrionale.
Luglio/Agosto 1944
Il turno si apre con una massiccia offensiva aerea anglo/americana, che porta al totale annientamento delle residue capacita’ produttive tedesche. Centinaia di caccia del Reich vengono abbattuti dai ben piu’ numerosi intercettori alleati. La Germania resta anche senza carburanti pertanto d’ora in avanti non potra’ riorganizzare che pochi
aerei, carri, comandi, etc. alla fine di ogni turno. Dopo l’ offensiva aerea, scatta quella terrestre che porta all’ occupazione di Lipsia, Dresda e Francoforte. Ad est, il rullo compressore sovietico finalmente (!) giunge a contatto con le posizioni difensive tedesche. Sulle montagne le divisioni dei russi vengono fermate, ma nella piatta puszta ungherese e’ impossibile arrestarle. Grazie ad un offensive chit viene conquistata Budapest. Più a sud, l’Armata Arlecchino giunge finalmente nei pressi di Belgrado, mentre sulle Alpi il corpo d’armata Highlander (alpini inglesi) entra in Austria. Ma in questo settore le forze degli Alleati sono troppo esigue per montare una seria offensiva, e servono piu’ che altro come minaccia potenziale per tener vincolate un po’ di unita’ tedesche.
Settembre/Ottobre 1944
La prima parte del turno è dominata dal bel tempo che favorisce gli attacchi degli Alleati (soprattutto Occidentali…) che occupano Praga, Karlsruhe e Norimberga, quest’ultima devastata dall’ennesimo bombardamento a tappeto di quadrimotori anglo-americani; le perdite tedesche raggiungono proporzioni incredibili. Improvvisamente, a metà ottobre inizia a piovere e la fortuna (ai dadi) volge le spalle agli attaccanti che si impantanano alle porte di Stoccarda (gli inglesi) poco fuori Monaco (gli americani) e sulle alpi austriache (i russi). Fallisce un attacco dell’Armata Arlecchino a Belgrado. Appaiono partigiani filo-tedeschi in Yugoslavia e Italia (!)
Novembre/Dicembre 1944
Le speranze di un Natale di Pace svaniscono con il tiro dell’iniziativa (Asse) e quello del meteo (Bufere di neve ovunque). Turno brevissimo che vede il lento avanzare dei sovietici contro i bastioni alpini difesi da uno schermo di truppe tedesche. Il grosso della Wehrmacht è impegnato a tenere a bada gli americani che riescono a giungere alla periferia di Monaco ma vengono
ricacciati indietro da un ultimo disperato colpo di coda delle WaffenSS (Wacht am Brauerei?). La Festung Bavaria (=ridotto bavarese) è un concentrato di divisioni tedesche, il cui morale è ben lungi dal crollare.
Gennaio/Febbraio 1945
In Germania, favoriti da un tempo brutto ma comunque migliore di quello del turno precedente, gli Alleati occidentali conquistano due delle tre fabbriche rimaste al tedesco: gli inglesi occupano Stoccarda e gli australiani Belgrado. Gli americani avanzano verso sud e arrivano adiacenti a Monaco da due esa. I sovietici hanno un fronte alquanto ridotto, strozzati come sono tra le armate angloamericane presenti in Boemia e Carinzia. Si rifanno in parte dando una ripulita ad alcune sacche di forze dell’Asse rimaste isolate nella grande ritirata di maggio 1944; di rilievo la liberazione di Leningrado che porta alla scomparsa delle ultime unità navali tedesche (le due “corazzate” Schleswig-Holstein e Schlsien).
Marzo/Aprile 1945
Il primo impulso vede un’imponente offensiva aerea americana che spazza dalla mappa diverse unita’ tedesche, consentendo finalmente alle truppe ferme da due anni in Italia di impadronirsi dei passi alpini. Sui fianchi ovest ed est della Festung Bavaria, lenti i progressi di francesi e russi. Il secondo impulso vede il tempo
peggiorare ma questo non impedisce agli americani di lanciare l’Offensiva Definitiva che porta alla conquista di Monaco e alla fine delle speranze tedesche. Persa l’ultima fonte di rifornimento, le pedine tedesche superstiti vengono macinate una ad una e solo l’improvvisa fine del turno impedisce agli Alleati di spazzar dagli ultimi due esa di Germania le ultime pedine nemiche. Nota di colore finale, il lancio della Bomba Atomica su una sacca di tedeschi isolati in Ucraina: più un monito al “compagno Stalin” che una vera necessità bellica. Conquista totale della Germania e fine della partita.